Archivi del mese: Ottobre 2012

Attraverso il mondo di Arkhesya con Demetrio Battaglia

E sempre in attesa della grande maratona che sarà il Lucca Comics and Games, la redazione di Fantasy on Air non si stanca di tenere gli occhi puntati su ciò che sta succedendo anche in territori più vicini a noi. È il caso di Demetrio Battaglia che con un editore tutto piemontese, Nadia Camandona Editore, sta mettendo su un complesso e ramificato progetto. Partendo dalla pubblicazione del terzo libro di Arkhesya, Il Talismano della Driade, Demetrio non si è fermato e ha deciso di allargare il mondo di Arkhesya ad altri autori. È nata cosi la “Gazzetta di Arkhesya”, un luogo dove sarà possibile incontrare i protagonisti creati da altri scrittori e sentire dalla loro stessa voce cose sta succedendo nei loro mondi. La Gazzetta sarà presentata durante la Notte di Arkhesya. Leggete cosa ci ha raccontato Demetrio di questa tentacolare iniziativa…

FOA: Ciao Demetrio bentornato a Fantasy on Air, dopo l’ultimo incontro al Salone del Libro avvenuto nel 2011 pensavi già di esserti liberato di quelli di Fantasy on Air e invece… l’erba cattiva non muore mai!

Demetrio: io invece sono contentissimo di sentirvi, altro che. Negli ultimi due Saloni non mi avete intervistato e mi sono sentito un tantino trascurato… eh eh

FOA: oh cavolo, ti sei nascosto così bene? Non ti preoccupare che ora ti riacchiappiamo. Iniziamo la tortura… Demetrio Battaglia, l’uomo: chi è? Hai voglia di presentarti ai nuovi ascoltatori di Fantasy on Air che ancora non ti conoscessero?

Demetrio: Nella vita sono un consulente e sviluppatore informatico, ma con la creazione di mondi fantastici e la scrittura di romanzi e racconti fantasy coltivo anche molti altri interessi con grande passione. Da 10 anni conduco una trasmissione radiofonica che si occupa di Filosofia e Spiritualità, studio comparato delle religioni e mitologia, sono presidente di una associazione culturale che dal 2008 si occupa di divulgare cultura alternativa nel territorio dove vivo. E mi piace molto fare sport…

FOA: wow, sei una persona super impegnata. Ricapitolando crei software fantastici mentre corri a fregarci il posto in radio e mentre progetti di diventare il prossimo conduttore di Fantasy on Air ci fai credere che sia colpa del nostro Karma per tutti gli scrittori che abbiamo maltrattato durante questi anni…. abbiamo capito bene?

Demetrio: direi benissimo… oltretutto vi argomento il tutto in maniera convincente citandovi autori, tomi pesantissimi, correnti di pensiero, insomma… alla fine vi convinco pure!

FOA: Bene direi che la prova per entrare in trasmissione l’hai superata. Non appena eliminiamo fisicamente lo stagista (Fab) ti facciamo un fischio per sostituirlo. Seriamente… davvero tante, tante passioni e tanti, tanti impegni. Come riesci a far collimare tutto? Dove trovi il tempo per scrivere, fare sport, lavorare e far radio?

Demetrio: Ho abolito molte cose inutili, la TV per prima. Trascorro l’intero mio tempo libero coordinando tutte le mie attività altre, scrivo e studio di notte. In ogni caso secondo me si tratta di organizzazione e allenamento. Il tempo si trova e poi devo dire che molto aiuta il fatto che sono un libero professionista e quindi riesco a gestire il tempo al meglio. Non è semplice comunque. Ah… importante, non ho bisogno di molte ore di sonno, questo aiuta.

FOA: Bene, fortunatamente siamo un programma radiofonico, quindi non ricadiamo fra le tue attività abolite. 🙂 Da quello che dici deduciamo che l’allenamento e lo sport siano, oltre che una pratica, una forma mentis per te, ti basi quindi su un programma preciso e quotidiano per scrivere i tuoi romanzi?

Demetrio: Lo sport è per me essenziale per la lucidità mentale, tanto quanto l’alimentazione. Per la scrittura accade una cosa particolare… non esiste un “dove scrivo” o un “quando scrivo”, direi che esiste uno “scrivo” ovunque mi trovo e in ogni momento. Dire che per me accade una sorta di “spostamento” in Arkhesya e in quel luogo inizio a scrivere come se avessi lasciato la storia che sto narrando 2 minuti prima. Quindi nessun rito dello scrittore, semplicemente accendo il pc e attacco da dove avevo lasciato un giorno prima o tre giorni prima. Potrebbe essere che sono posseduto e la mia è scrittura automatica? mah… speriamo di no, eh eh


FOA
: Uhmmm per sicurezza noi intanto facciamo una telefonatina a un esorcista, così tanto per star tranquilli… 🙂 A proposito di Arkhesya, progetto composito e dalle mille sfaccettature, se ne potrebbe parlare per giorni. Partiamo dal “comincio”: Arkhesia è prima di tutto il mondo in cui è ambientata la trilogia, della quale è appena uscito il terzo volume dal titolo “Il Talismano della Driade” ed edito da Nadia Camandona Editore… hai voglia di raccontarlo brevemente a chi non lo conoscesse?

Demetrio: Arkhesya nasce alla fine degli anni 90 e da allora è molto mutata. Diciamo che Arkhesya ha preso l’attuale forma verso il 2004-2005 e nel 2006 è uscita la prima trilogia di racconti lunghi “Gli Albori” che ora non esiste più sul mercato perché esaurita. Arkhesya è un mondo fantastico, che allo stato attuale delle cose è abitata da quattro razze differenti per modalità di vita e perché alcune sono dotate di magia e altre no. In questo mondo, che è visibile in una mappa disegnata appositamente, sono ambientate tutte le mie storie e i miei racconti. In ogni caso per chi volesse approfondire è presente una sorta di grande manuale online sul sito www.wiki.arkhesya.com nel quale sono raccontati tutti i dettagli di questo mondo. “Il Talismano della Driade” è i romanzo chiude la trilogia “I Veggenti di Arkhesya”, una trilogia High Fantasy che racconta la storia di una famiglia dotata, grazie a una strana genealogia, di una forma di magia molto particolare. Per tutti e tre i romanzi fin dal primo “La Stirpe di Gatra” si dipanano moltissime avventure alla ricerca delle radici di questa famiglia, che cerca di contrastare le forze malefiche che, risvegliatesi, tentano di conquistare il potere distruggendo l’intero mondo di Arkhesya. Le forze del male impegnano a fondo i protagonisti dei tre romanzi, ma soprattutto nel terzo si rischia la catastrofe. Tutti saranno chiamati a difendere il mondo di Arkheysa, anche i popoli più nascosti. In special modo nell’ultimo romanzo sono presenti etnie che abitano in Arkhesya,  ma che mai erano entrate nella narrazione. Ora a causa di una profezia che predice la catastrofe tutte le forze devono essere messe in campo.

FOA: Molte famiglie e molti personaggi da gestire, complimenti non deve essere facile, noi facciamo fatica a gestirne uno solo (Fab), fra l’altro se Arkhesya ha delle prigioni sotterranee o dei fossati o cripte, non è che lo vorresti per rinchiuderlo dentro? Non ha poteri magici particolari a parte quello di spaccare le balle ma alla fine ti ci affezioni pure! 🙂 Scherzi a parte c’è un personaggio al quale ti senti più legato e se sì perché?

Demetrio: Vari sono i personaggi a cui mi sono affezionato durante la narrazione. Direi che naturalmente Dhyan, il protagonista del primo romanzo è chiaramente uno a cui ci si affeziona. Il classico anti-eroe che sembra trovarsi in una situazione terribile malgrado lui. Nevèa, la maga dell’acqua, una protagonista dell’intera trilogia che sarebbe dovuta sparire dopo 15 pagine del primo romanzo, ma si è fatta largo nel corso della narrazione ed è diventata una protagonista indispensabile. (Ho tentato anche di ucciderla in un passaggio del primo romanzo, ma si è salvata). Naturalmente nel terzo romanzo mi piace molto la coppia di nani che, ribelli alle rispettive società in cui vivono, si uniscono e creano un sodalizio che sarà preziosissimo per tutta la storia. Molti sono i personaggi a cui mi affeziono, anche quelli cattivi, e quando per qualche motivo muoiono (nei miei libri c’è parecchio turn-over) mi spiace parecchio. Tuttavia personaggio a cui sono più legato è chiaramente Varnutis, il narratore, guaritore, viaggiatore e conoscitore di tutte le storie di Arkhesya. Fa parte di una specie di setta di narratori che hanno un solo grande potere: la memoria. È  attraverso la memoria che sono in grado d ricordare tutte le storie esistenti in Arkhesya fin dalla notte dei tempi.

FOA: Una sorta di Omero insomma. A proposito di Antica Grecia, quanto la filosofia, che ci hai detto essere una tua grande passione, ha influenzato la tua scrittura e Arkhesya? Si può ritrovare qualcosa dei tuoi studi spirituali e filosofici nel mondo di Arkhesya?

Demetrio: Certo. Sono reduce da una conferenza nella quale ero relatore il cui titolo era “Mito e Simbolo”. Devo dire che essendo un appassionato di filosofia, spiritualità e mitologia chiaramente lascio qualcosa nei miei racconti. La mitologia ad esempio aiuta tantissimo, soprattutto quella Norrena, ma anche quella Greca. Ci sono figure mitologiche che sono ispiranti al massimo. Attenzione… non scrivo saggi, per nulla, ma è chiaro che quella mia passione in qualche passaggio si fa sentire. Non è che nelle mie storie ci siano degli insegnamenti di vita, lungi da me, ma spero che in alcuni passaggi o dialoghi vi siano dei momenti che facciano riflettere il lettore, non solo divertire. 

FOA: Oltre ai trattati filosofici, ai saggi di simbologia e mitologia, cos’altro leggi? Ci sono autori che porti particolarmente nel cuore e che virtualmente ringrazi mentre scrivi Arkhesya?

Demetrio: Tutti gli scrittori fantasy devono qualcosa a Tolkien… chiaro. Ma io sarò grato per sempre Terry Brooks per il suo modo di scrivere perché per me è stata una folgorazione sulla via di Damasco. Io in qualche modo tento di utilizzare quel metodo narrativo che avvince e avvolge il lettore perché lo ritengo efficacissimo. Altri scrittori fantasy, direi Marion Zimmer Bradley, la Le Guin (anche se non tantissimissimo). Ne avrei altri ma mi fermo qui. Attualmente leggo pochissimo fantasy per ovvi motivi, non vorrei farmi influenzare troppo e studio sempre e dovunque libri di conoscenza filosofico/spirituale.  Ah…un giallo all’anno per decongestionarmi. I manuali di informatica non contano vero?

FOA: Beh i manuali di informatica sono sempre utili, considerando con che velocità si evolvono i programmi e quanto cambia il mondo virtuale. Se poi lo dici a noi che siamo una webradio, sfondi una porta aperta. Ritornando ad Arkhesya, oltre che un mondo è anche un progetto più ampio, hai voglia di raccontarci del Progetto Arkhesya, di quali parti è composto e come si struttura?


Demetrio
: Il progetto Arkhesya sta diventando tentacolare, si sta diffondendo al di là di quello che potevo credere. Si sta sviluppando su più fronti grazie a un gruppo foltissimo di amici che sta dando vita a molti progetti. Primo fra tutti “La Notte di arkhesya”, quest’anno alla terza edizione. Una festa-festival culturale che si svolge in due giorni, 26 e 27 ottobre quest’anno, nei quali si fa festa ma si fa anche molta cultura. Quest’anno il titolo dell’evento è “Il fantasy a scuola” e le iniziative culturali son moltissime: contest letterari, laboratori con i bambini, stage di disegno, conferenze con educatori cercando di prendere tutto l’arco educativo. L’obbiettivo di quest’anno è sensibilizzare la scuola alla creatività cosa che secondo noi organizzatori è scarsa nelle scuole. Altro progetto che vedrà la luce quest’anno è la “Gazzetta di Arkhesya” una sorta di periodico che narra i mondi fantastici e i loro protagonisti. Questo progetto partirà con un numero pilota alla festa di quest’anno, e poi tenteremo di coinvolgere altri autori per fargli raccontare il loro mondo e cosa accade “ora” nel loro mondo. Pubblicheremo articoli veri che narreranno del mondo di ogni autore che vorrà cimentarsi. Siamo ancora agli albori di questa idea ma diciamo che questa sarà la via maestra. Il lavoro con le scuole comunque procederà anche per tutto l’anno prossimo con incontri nelle biblioteche e nelle scuole locali per portare il fantasy nelle medie e superiori.

FOA: Wow davvero immenso. Ma gestisci tutto da solo? Come fai?

Demetrio: nooooo… Diciamo che io sono ancora una sorta di perno su cui gira i tutto, ma è chiaro che siamo in un bel numero. Figuratevi che per la sola Notte di Arkhesya si sono coalizzare 4 associazioni culturali. Per la Gazzetta siamo un bel numero di persone e ho un amico giornalista che sarà il direttore della testata, se testata diverrà.

FOA: A proposito della “Gazzetta di Arkhesya”, ci sembra di capire che stai aprendo le porte di Arkhesya ad altri mondi di altri scrittori, se qualcuno volesse partecipare, come deve fare? Ci sono delle “regole” da seguire?

Demetrio: La Gazzetta di Arkhesya è ambientata in Arkhesya ma gli articoli che pubblicheremo saranno di vari scrittori. Ogni scrittore ha il suo mondo, quello su cui scrive i suoi racconti, noi pubblichiamo degli articoli che narreranno del suo mondo. Una sorta di cronaca periodica di quello che accade sul suo mondo. Questa è l’idea innovativa secondo noi, non vogliamo che gli scrittori scrivano da noi raccontando di quello che fanno loro, ma raccontando quello che fanno i loro protagonisti… Pensate, in questo modo i fan dei vari scrittori saranno costantemente informati sull’andamento del mondo sul quale si sono appassionati. Il contest letterario invece si svolge ad Arkhesya, i ragazzi scrivono dei racconti ambientati in Arkhesya, non sono per nulla geloso, anzi mi commuovo a leggere di giovanissimi autori che scrivono sul mondo che ho inventato io. Ti assicuro che è una emozione molto forte.

FOA: Davvero interessante! E se uno scrittore volesse avere maggiori informazioni sul progetto Arkhesya dove può contattarti? C’è un sito, una mail al quale fare riferimento?

Demetrio: Per qualsiasi contatto www.arkhesya.com oppure scrive a varnutis@arkhesya.com altrimenti, molto semplice, il 26 e 27 venite alla festa a conoscerci così scambiamo quattro idee con una birra in mano…. A proposito ho dimenticato una cosa importantissima: il progetto “Realizzazione di Arkhesya”. Molti artigiani stanno “costruendo” in qualche modo Arkhesya. Un’erboristeria ha creato le tisane di Arkheysa che sono di due tipi Oboran e Molan, narrate nel primo romanzo… speciali. Un’amica intenditrice di pietre dure ha costruito il Faerl, un talismano che preserva gli Azhemadi (un’etnia che vive nomade da una palude all’altra), un artigiano di Modena presenterà le Birre di Arkhesya in anteprima alla festa, sono di tre tipi una bionda fatta dagli Ulgan, una rossa e una bruna fatte dai nani con tanto di etichette personalizzate, vedere arkhesya.com per credere. Un’altra erboristeria ha fatto un elisir i lunga vita su una ricetta del popolo delfyde e così via… ne vedremo delle belle! Come potete vedere ci sono decine di persone che si stanno muovendo attorno a questo mondo… forte! Una cereria del luogo, un amico personale, sta costruendo le candele di Arkhesya con tanto di logo…

FOA: Complimenti Demetrio una grandissima capacità di coinvolgimento su tutti fronti. Noi comunque vogliamo le birre! 26 e 27 hai detto, durante la Notte di Arkhesya o meglio le Notti di Arkhesya ma dove si svolge il Festival? è difficile da raggiungere?

Demetrio: Le birre le vogliono tutti. Secondo me le scorte finiranno presto! La festa/festival si svolge a Mussolente, a cinque minuti da Bassano del Grappa, nel grande parco verde del paese, in via della Vittoria. Non è difficile da raggiungere perché è sulla strada che congiunge Bassano a Treviso. Beh direi che voi siete distantini, ma a dicembre dovrei essere dalle vostre parti, magari vi porto una birra…

FOA: Sììììì!!!! Se poi le birre sono finite ci va bene anche una tisana, che male non ci fa, anzi magari ci disintossica un po’. L’elisir di lunga vita per il clan Fantasy on Air è meglio di no, c’è gente che non potrebbe sopportare l’idea di noi eterni. ihihih. Beh che dire Demetrio, davvero complimenti, sei un vulcano di idee e di progetti. Ti facciamo i nostri migliori complimenti. Di solito chiudiamo l’intervista con la domanda “progetti per il futuro” ma dato le mille cose che hai in ballo temiamo un po’ a chiedertelo… non è che il prossimo passo è la conquista del mondo?

Demetrio: come “The Brain”… no no. Ho velleità molto più semplici… far conoscere il mondo di Arkhesya a tutti nella speranza che i miei racconti catturino i lettori. Diciamo che la molla è stata quella di riuscire a emozionare le persone che leggono i miei libri tanto quanto io sono stato coinvolto in questo genere letterario che per me è stupendo. Per il futuro un nuovo libro i cui semi stanno già facendo capolino, ma ci vorrà tempo e pazienza perché questo sarà un romanzo complesso che desidero progettare con cura. In fondo la trilogia l’ho scritta in tre anni e quindi desidero pensare bene a come mi ripresenterò ai lettori in avvenire.

FOA: Beh in bocca al lupo per tutto allora, siamo sicuri che il progetto Arkhesya con tutto quello che gli gravita intorno sarà un successo! 🙂 Ti ringraziamo moltissimo per la disponibilità, per la simpatia e per la pazienza di averci sopportato in queste due ore. C’è qualcosa che vorresti ancora aggiungere e pensi che non ti abbiamo chiesto?

Demetrio: Non aggiungerei nulla, invece vorrei farvi un grande augurio per la vostra avventura. So cosa vuol dire essere volontari in un progetto in cui si mette anima e corpo e quindi vorrei solamente augurarvi ogni bene per Fantasy On Air. Grazie infinite, siete stati molto gentili e simpatici a intervistarmi. Ah dimenticavo… alla Notte di Arkhesya, uscirà “Heribone” il terzo e ultimo racconto lungo per chiudere anche la trilogia dei racconti, e madrina della manifestazione anche quest’anno sarà Silvana de Mari

 FOA: Vedi che qualcosa te l’eri dimenticato? Per quanto riguarda noi, come ti abbiamo detto all’inizio, l’erba cattiva non muore mai, non ci si libera tanto facilmente di noi! 🙂 Grazie per gli auguri. Una buona serata!!

 

 

Filomena Cecere torna con Lellerith

Mentre ci prepariamo a partire per il Lucca Comics & Games per regalarvi le migliori dirette con gli autori presenti alla kermesse, continuano le interviste per la sezione Off Air. Questa volta è il turno di Filomena Cecere, instancabile creatrice di mondi e narratrice di sogni, che ha da poco dato alla luce il suo nuovo progetto, Lellerith – I tratti dell’ingiuria, la prima parte di una serie di short stories in formato digitale, scaricabili da Amazon. Ecco cosa ci ha raccontato di questa fantastica avventura…

Ciao Filomena e bentornata a Fantasy On Air. Di te oramai sappiamo quasi tutto (ti faranno santa per tutte le volte che ci hai sopportato!) ma facciamo un piccolo riassunto per chi non ti conoscesse:

Filomena Cecere:

  1. scrittrice di numerosi romanzi e racconti. Tanto per citarne qualcuno: Le streghe della palude, Il pugnale di ghiaccio, I cavalieri di Elidar, Ali rosso sangue (contenuto nell’antologia Stirpe Angelica), Il tempio delle concubine (contenuto nell’antologia Stirpe Infernale), Ultimi attimi (contenuto nell’antologia I vampiri? Non esistono…)
  2. Fondatrice e membro attivo dell’associazione Chimera insieme a Cinzia Volpe e Sara Cecere
  3. Curatrice della collana (ora marchio editoriale) Nocturna per Editrice GDS
  4. Curatrice delle antologie Stirpe Infernale e Stirpe Angelica insieme ad Alfonso Zarbo
  5. Amante del Fantasy 

Ci siamo dimenticati qualcosa?

Eh sì, sono anche un’insegnante alla scuola primaria ma non chiedetemi come faccio a svolgere tutte le mie attività perché non saprei rispondervi. Ho dimenticato cosa sia il tempo libero, ma a cosa mi serve se faccio già tutto ciò che amo?☺

Siamo curiosi, hai voglia di raccontarci brevemente la tua esperienza come scrittrice? Come nasce? Come si sviluppa e quali consigli daresti a chi sta iniziando a scrivere?

Sono sempre stata una grande appassionata di quel mondo meraviglioso che è il Fantastico, libri, films, e tutto ciò che poteva farmi volare con la fantasia, ma non avevo mai pensato alla scrittura. Nel 2006 cominciarono ad affacciarsi alla mente personaggi ed ambientazioni che stuzzicavano la mia voglia di immaginazione. Li sognavo, li immaginavo, insomma era un pensiero insistente. Decisi dopo un po’di tempo di scrivere un racconto che narrasse di quei cavalieri bianchi che tormentavano le mie giornate. Un breve racconto però non poteva bastare e infatti più scrivevo più la storia si arricchiva e prendeva corpo capitolo dopo capitolo. Non pensavo di pubblicarlo, mi spronò mio marito e fu lui a cercare un editore. Nel 2008 infatti venne pubblicato I cavalieri di Elidar, primo volume della trilogia. Da allora non mi sono più fermata. Scrivo costantemente, studio e sperimento nuovi stili. Quando scrivo mi sento appagata. Un racconto o un romanzo, non ha importanza, ogni storia narrata è un pezzo di me che condivido. Ai neo scrittori suggerisco di non scrivere per la voglia di pubblicare a tutti i costi, ma di raccontare col cuore e con il desiderio di dare sempre il meglio di sé.

Che cos’è l’Associazione Chimera e di che cosa si occupa?

Chimera è arte a tutto tondo. Nata da quattro donne con un sogno comune, con passioni condivise, la pittrice Sara Cecere in arte Saknara, la fotografa e scrittrice Cinzia Volpe, la giovane scrittrice Ludovica De Santis e naturalmente io. Si prefigge lo scopo di promuovere ogni forma d’arte. Propone eventi di vari linguaggi artistici dando voce non solo a nomi noti ma anche alle potenzialità di nuovi talenti. Mostre pittoriche e fotografiche, presentazioni di libri e readings, spettacoli con esibizioni di danza, performance teatrali, dimostrazioni di body e face painting e il Flash mob writers. Tra questi spicca il festival del fantastico: Imaginarium, una kermesse di due giorni con novità librarie, giochi di ruolo, films, fumetti e miniature.

Bene dopo averti messo a tuo agio con un bel terzo grado, arriviamo al motivo per il quale la sfortuna ti ha fatto incrociare di nuovo lo staff più pazzo del mondo sulla tua strada: Lellerith, la tua nuova fatica. Hai voglia di parlarcene?

È un romanzo a episodi. Lellerith. I tratti dell’ingiuria è il primo volume pubblicato. Lellerith è morta. È un fantasma. Dal bosco in cui vaga senza pace racconta la sua storia travagliata: la stirpe dei maghi è stata annientata dagli uomini. Lei ancora bambina, viene tratta in salvo dalla madre che prima di morire l’affida a una coppia di umani. La giovane cresce nascondendo le sue origini magiche e si innamora di Ivanoe, rampollo di una nobile famiglia. Credendo di aver trovato finalmente la sua via, si accorgerà ben presto che il peggio deve ancora venire. Un paranormal romance a modo mio, dove l’amore, travagliato e tragico, fa da sfondo ad azioni incalzanti. Il primo episodio ha una connotazione gotica e uno stile malinconico, che diviene più dark nell’avanzare della vicenda, fino a trascinare il lettore, nei prossimi episodi, in un’atmosfera urbana, inquieta e combattiva.

Lellerith ha una struttura particolare, più simile al feuilleton di un tempo pubblicato a puntate sulle riviste che a una raccolta di short stories, da cosa deriva questa scelta?

Avevo scritto un racconto su una strega che viveva in un luogo e in un tempo indefinito, dove però la caccia ai danni di queste donne si ripeteva con costanza, ricordando fortemente la nostra storia. Lellerith aveva ancora tante cose da raccontare e io volevo darle voce. È nata così l’idea di una serie. Sono storie autoconclusive, short stories che il lettore può anche leggere singolarmente, ma nello stesso tempo ogni racconto si sussegue all’altro costituendo così una raccolta a puntate. Proprio come le feuilleton di un tempo.

Come nasce Lellerith? Si sta costruendo volta per volta man mano che viene pubblicato o hai già scritto l’intera storia? Nel secondo caso, ci dai qualche spoiler?

Amo narrare prima a me stessa le storie che invento, ecco perché i miei plot non sono mai troppo definiti o troppo ricchi di dettagli. Talvolta sono anche privi di un finale. Sto costruendo Lellerith racconto dopo racconto, quando ne finisco uno ho in mente come iniziare l’altro, ma non so certo come finirà.

Tu hai un “rapporto di lunga data” sia con le short stories sia con i romanzi dalla scrittura più complessa e forse più libera, quale dei due preferisci? Con quale ti senti più a tuo agio?

Ho iniziato scrivendo una trilogia, il racconto con un certo numero di battute mi stava veramente stretto. Anche da piccola, a scuola detestavo le insegnanti che mi imponevano di riassumere in una “paginetta” un intero romanzo. Non concepivo il fatto di non poter descrivere dettagli per me significativi. In una estate di un po’ di anni fa mi sono imposta di scrivere solo racconti di mille e duemila battute, per imparare a racchiudere in poche righe un’intera storia. Questo esercizio mi è servito tantissimo perché ora amo entrambe le strutture, quella più rigida del racconto e quella di più ampio respiro del romanzo.

Da scrittrice professionista cosa consiglieresti a chi volesse iniziare a scrivere racconti? E a chi volesse iniziare a scrivere romanzi?

Non mi permetto di dare consigli. Nella vita non si finisce mai di imparare e nella scrittura è uguale, magari sulla base della mia esperienza posso dare qualche piccolissimo suggerimento. Ci sono racconti che sono dei veri gioielli e che nulla hanno da invidiare a un romanzo. Alcuni sanno emozionare a volte più di certi tomi. Non è importante la lunghezza di un testo, ma è fondamentale ciò che arriva al cuore del lettore. Per coloro che vorrebbero iniziare con i racconti, proporrei di focalizzare un’immagine, un’idea e provare a descriverla prima di cimentarsi in un racconto più complesso e ricco di elementi. All’aspirante romanziere dico di sciogliere le briglie alla fantasia e scrivere di getto. Un schema iniziale aiuterà a mantenere una certa struttura, ma non è fondamentale. Solo dopo la parola “Fine” inizia il vero lavoro. Non abbiate paura di cancellare anche interi capitoli se solo percepite che non funzionano o che rallentano il ritmo del testo.

Ritornando a Lellerith, come mai la scelta di pubblicare in digitale? Come ti poni all’interno della querelle e-book vs cartaceo?

Ero tra quelli che alzavano la bandiera del “cartaceo o niente” perché la carta stampata ti trasmette emozioni anche attraverso il tatto e l’olfatto, ma grazie alla mia attività di curatrice e consulente editoriale ho cominciato a leggere i moltissimi manoscritti in digitale che mi arrivavano. Mi sono resa conto che l’euforia donata da un buon romanzo può traspirare anche attraverso un freddo tablet. E così sono passata all’e-book. Ma devo confessare che se un e-book mi entra nel cuore corro a comprarlo anche in cartaceo. In fondo rimango pur sempre un’incurabile collezionista di libri.

Qual è stato l’ultimo libro cartaceo che hai comprato? Quale l’ultimo e-book?

Ho acquistato proprio l’altro giorno in cartaceo l’intera collezione del ciclo Il libro del nuovo sole di Gene Wolfe, cinque romanzi che fondano fantascienza al romanzo popolare. È difficile vedermi uscire da una libreria con un solo libro. In e-book invece ho acquistato Il cabaret del diavolo di Giulio Leoni, che però comprerò presto anche in cartaceo.

Al di là del formato sul quale Lellerith è pubblicato, il testo ha una struttura particolare che intervalla alle pagine scritte alcune foto. Prima di tutto, chi le ha scattate? Sono tue? E poi, come mai questa scelta?

Gli scatti sono miei. Sia le foto interne che l’immagine di copertina. Avevo già sperimentato questa formula con Le streghe della palude, quattro foto per quattro racconti. Ai lettori era piaciuto e l’ho voluto riproporre anche per gli ultimi e-book che ho pubblicato, La tredicesima costellazione, Ritratti di sangue e infine Lellerith. I tratti dell’ingiuria. E sarà così anche per Nuovi ritratti di sangue di prossima uscita. La fotografia mi sta appassionando non poco. La sento come un nuovo mezzo per raccontare le mie storie. Proprio il 29 settembre la mia raccolta di dodici fotografie, che dava vita a un fotoromanzo, si è posizionata al 2° posto nel premio fotografico nazionale Visioni in giallo sezione portoli. Anche la fotografia è parte del mio desiderio costante di sperimentare.

Che rapporto hai con la fotografia?

Non sono una professionista e proprio per questo ho tanta voglia di apprendere e affinare la tecnica, per poter coglie al meglio dettagli e sfumature che passano talvolta inosservate, ma che se impresse in un fotogramma aprono le porte a innumerevoli mondi sensoriali.

Lo stile con il quale Lellerith è scritto è molto poetico, che rapporto hai con la poesia e con la musica? Ci citi il tuo brano preferito?

È vero, lo stile di Lellerith. I tratti dell’ingiuria è volutamente poetico e onirico, essendo questo primo episodio la genesi della storia e per motivi che capirete leggendolo e poi perché deve contrapporsi all’ambientazione urban che assumerà nei prossimi volumi. Ho un rapporto strano con la poesia. Non seguo particolarmente le pubblicazioni, ma so apprezzare quelle ben scritte. Solo ultimamente ho provato a comporre versi, tanto che nell’ultima edizione del concorso nazionale Nero&Giallolatino la mia poesia Ninna nanna macabra si è posizionata al 3° posto. Le mie poesie non si dissociano dalla scrittura. Anch’esse oscure, anch’esse tenebrose. Non ho un brano preferito. Ascolto tutta la musica, senza distinzione, dalla classica al rock, dal pop alla musica popolare e storica. Però ho una cantante preferita, adoro Enya e le sue melodie. Ultimamente ho imparato ad apprezzare anche i suoni contaminati di Tarja Turunen.

Qualche domanda utile per chi volesse comprare Lellerith, dove può trovarlo? Di quanti volumi è composto l’intera storia? Ogni quanto usciranno?

Per ora è acquistabile su Amazon (il formato Kindle però  purtroppo elimina le foto interne), ma presto sarà disponibile su altri e-book store. Avranno una cadenza quadrimestrale (perché nel frattempo ho tanti altri progetti da seguire) e l’intera opera sarà composta da dieci volumi. Ma tutto può ancora mutare in corso d’opera.

Dopo averti torturato ben bene, ti annunciamo che sei quasi giunta alla fine di questa intervista sana e salva, rimane solo più l’ultimo ostacolo da superare e poi ti libererai di noi. Il domandone finale: progetti per il futuro? Cosa c’è dentro il cassetto?

Sto curando una nuova antologia dedicata al fantastico con autori straordinari. Un nuovo e-book nato dai racconti di autori vari, che hanno partecipato al primo Flash mob writers lanciato da Chimera lo scorso 22 settembre. Sto scrivendo un romanzo urban fantasy. Nel 2013 inoltre uscirà la raccolta completa della trilogia di Elidar e alcuni libri per bambini.

Bene Filomena, ce l’hai fatta, sei in salvo. I pazzi di Fantasy on Air ti ringraziano e ti salutano dandoti appuntamento (ihihih non ti libererai mai di noiiiii) al Lucca Comics & Games 2012… ci sarai vero?

Certo che ci sarò! Potrei perderlo? Sto contando i giorni. E poi non vedo l’ora di infilarmi nella postazione di Fantasy on Air della sala Ingellis per ascoltare le vostre interviste.

Per chi non verrà a Lucca, in che modo ti può contattare?

Tramite il mio sito www.filomenacecere.it oppure su facebook.

Grazie ancora per la disponibilità e in bocca al lupo per Lellerith!

Grazie a voi!

 

Riascolta la puntata con Serena Fiandro

Per chiunque si fosse perso la diretta di lunedì 1° Ottobre c’è la possibilità di riascoltare la puntata con Serena Fiandro e il suo Drona – La città ideale.

Come fare? Semplice! Basta andare nell’archivio tramissioni di Radio Improntadigitale.org

Serena Fiandro: nasce e si forma tra Reggio Emilia e Verona, dove consegue la laurea in filosofia del rinascimento. Appassionata del medioevo più eretico e nascosto, di alchimia, medicina popolare e antiche leggende, vive attualmente a Milano, nell’irrequieta ricerca di nuove forme di espressione artistica attraverso il teatro, la musica antica, la pittura e la scrittura, per ricreare mediante l’arte simboli e strutture smarriti nello spazio e nel tempo.

Autore: Serena Fiandro

Titolo: Drona – La città ideale

Editore: Edizioni della sera

ISBN: 978-88-97139-15-7

Pagine: 213

Prezzo: 14 euro

Drona – La città ideale: Daar ha realizzato il proprio desiderio,  Drona è la città ideale, creata con l’intercessione della Dama dotata di immensi poteri. A Drona, nessuno può essere infelice o manchevole di grandi virtù; ma col tempo, specularmente alla città d’Oro, dai peccati e dalle mancanze di quest’ultima se n’è formata una seconda. Mille anni ormai trascorsi dall’accordo fra Daar e la Dama, il sovrano di Drona invia Odar a recuperare lo specchio in cui egli, preda dell’ira, aveva precedentemente rinchiuso la maga – colpevole di aver preso parte all’accordo senza informare preventivamente Daar della possibile nascita della peccaminosa città speculare.

 

Ascolta R.I.D.

Ottobre 2012
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