Intervista a Lara Manni (Parte Prima)

Benvenuti in Fantasy Off Air, la nuova sezione del blog nel quale è possibile trovare le interviste fatte agli autori in via scritta.

Per inaugurare questa nuova area aggiamo deciso di iniziare con 15 domande a Lara Manni, che nel giugno 2009 ha pubblicato con Feltrinelli Esbat e si prepara a portare in libreria, questa volta con Fazi Editore, Sopdet, la seconda parte della trilogia e continuazione dei Esbat.

Speriamo che l’intervista sia di vostro gradimento e stimoli i vosti commenti e le vostre riflessioni.

Intervista a Lara Manni autrice di Esbat (Parte Prima)

FOA: Ciao Lara, come prima cosa iniziamo con le presentazioni e facciamolo con una di quelle domande tanto simpatiche, classiche dei colloqui di lavoro: se dovessi descriverti utilizzando solo 6 aggettivi, quali sceglieresti? (Ovviamente cerca di bilanciare pregi e difetti, diciamo 3 e 3)

LM: Dunque. In ordine di importanza decrescente direi: testarda, idealista, solitaria, visionaria, permalosa, viscerale, generosa. Non so mica quale siano i pregi e quali i difetti, però: è grave?

FOA: Ok, l’idea dei 6 aggettivi è un po’ crudele e decisamente limitativa, quindi per fare ammenda ti chiediamo se vuoi aggiungere qualche cosa alla risposta precedente.

LM: In effetti no: credo di essere davvero una miscela dei sei elementi.

FOA: Qualche domanda a Lara Manni la scrittrice: quando hai capito che scrivere era quello che volevi fare?

LM: In tempi piuttosto recenti. Ovvero, cinque anni fa, quando ho cominciato a scrivere fan fiction. L’ho fatto per gioco e senza minimamente pensare alla pubblicazione. L’ho fatto per me. E ho scoperto che scrivendo stavo davvero bene.

FOA: Quando hai iniziato a scrivere?

LM: Cinque anni fa. Intendo a scrivere compiutamente, ragionando su una storia, breve o lunga che fosse, in termini di narrazione. Ogni tanto penso che ho essudato tutto quel che avevo letto fino a quel momento.

FOA: Ricordi il primo libro che hai letto?

LM: Non il titolo. Era un libro per bambini e avevo cinque anni: lo avevo ricevuto in regalo per Natale e per la prima volta ho collegato la parola “treno” all’immagine di un treno. Geniale, ho pensato.

FOA: Cosa stai leggendo ora?

LM: Beautiful Malice di Rebecca James e Resta con me di Elizabeth Strout. Non storie di genere, come vedete. L’ultimo, straordinario romanzo gotico che ho letto è Il porto degli spiriti di Lindqvist. Consiglio con tutto il cuore.

FOA: Perfetto, ora che ti abbiamo conosciuto cerchiamo di dare un’idea di Esbat al nostro pubblico: descrivi il tuo romanzo in massimo 10 righe.

LM: E’ un romanzo sul desiderio. Una donna di cinquant’anni, famosissima autrice di manga, riceve la visita di uno dei suoi personaggi. E’ un demone, e non tollera di veder umiliata la propria natura sovrannaturale nella storia. La donna si innamora di lui: meglio, lo desidera come mai null’altro. Perché il demone esiste davvero, in un altrove dove la donna ha posato gli occhi. Da quel momento, cercherà in ogni modo di richiamarlo a sé: con il sangue. Lontano, a Roma, c’è una ragazzina che adora quel manga e quel demone, e anche quella ragazzina è capace di avvicinarsi all’altrove. C’è un antagonista del demone, Yobai. E c’è una dea. Impatto. Catastrofe.

FOA: L’Esbat che dà il titolo al tuo romanzo è un rituale religioso neopagano dedicato al principio femminile della divinità, anche i titoli dei capitoli del libro fanno esplicito riferimento alle 13 Lune all’interno dell’anno, inoltre ci sono dei continui richiami a Aleister Crowley e alla Golden Dawn, eppure quest’opera è anche inspirata alla serie Inu Yasha di Rumiko Takahashi, come sei riuscita a conciliare culture e ispirazioni così diverse? E prima di tutto perché la scelta di unirle?

LM: Partiamo dalla fine. La serie della Takahashi è lo sfondo di questa storia: a dire il vero, ci sono molti manga su cui ho riflettuto, e ancor di più ho riflettuto sul rapporto tra fan e autore, e su come il fandom cerchi di condizionare l’autore medesimo esigendo un lieto fine, nella maggior parte dei casi. Questo è stato il punto di partenza. I rituali esoterici, e il neopaganesimo wiccan (decisamente inventato, per quanto riguarda la branca “deviata” che appare nella mia storia) sono uno dei tramiti possibili per aprire le porte sull’altrove e contemporaneamente sono pratiche molto amate da non poche adolescenti, come la mia Ivy. L’unione viene da qui. Quanto a Messer Crowley: credo che il suo pensiero e i suoi testi siano imprescindibili per chiunque scriva di fantastico. Lo stesso Stephen King vi attinge a piene mani, specie nella saga del La Torre Nera.

Continua nella Seconda Parte…

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