DRM

È tempo di digitale: Fantasy On Air incontra 40k Books

Oramai siamo nel pieno dell’era digitale e, sebbene le stime degli e-book venduti in Italia non siano ancora altissime  – 4,4% dei titoli in commercio secondo i dati AIE (Associazione Italiana Editori) aggiornati a Maggio 2012 -, non si può negare che il fenomeno sia in espansione. Il mercato degli e-book in Italia è ancora relativamente giovane e, mentre molti stanno a guardare, c’è chi ha deciso di scommetterci e di improntare la propria attività proprio sul digitale.

Fra questi pionieri degli anni 2000 spicca 40K Books, casa editrice che dal 2010 pubblica short stories in e-book e – udite, udite!! – a livello internazionale. Quando si dice “pensare in grande”. Loro lo hanno fatto e ci sono piaciuti, motivo per cui siamo andati a cercarli per un’intervista.

Nessuno meglio di loro, abituati a confrontarsi con diversi mercati, ci sembrava più adatto per spiegarci cosa sta succedendo nel pazzo mondo degli e-book. A farci da Beatrice in questo moderno Paradiso dantesco, Letizia Sechi, editor di 40k.  Lei ci ha gentilmente teso la mano e noi, come nostro solito, ci siamo presi tutto il braccio, lasciandoci andare a una marea di domande alle quali Letizia ha pazientemente risposto.

Ed ecco a voi il risultato:

Buongiorno Letizia e buongiorno a tutto lo staff di 40k, benvenuti a Fantasy on Air, accomodatevi pure. Possiamo portarvi qualcosa? Caffè, thé, meee… sì è una battuta vecchia ma a noi piace sempre tanto. Stendiamo un velo pietoso e cominciamo.Come prima cosa avete voglia di presentarvi per chi non vi conoscesse? Cos’è 40k e da chi è composta la redazione?

Grazie a voi! 40k è nata nel 2010 come casa editrice esclusivamente digitale e multilingue. Pubblichiamo racconti di genere – fantascienza, prevalentemente – e saggi di cultura digitale. Marco Ferrario è il nostro Amministratore delegato, Giuseppe Granieri è il direttore editoriale. Io sono l’editor, e per il resto del lavoro redazionale collaboriamo con delle figure esterne alla casa editrice.

40k è una casa editrice particolare, oltre ad essere interamente votata al digitale e proprio grazie a questo si estende non solo sul mercato italiano ma anche in quello internazionale. Come mai questa scelta? Quale dei due è venuto prima?

40k nasce come casa editrice globale: le pubblicazioni in più lingue allo stesso tempo sono state una delle caratteristiche che ci hanno distinto fin dal 2010. Questo perché con l’editoria digitale è possibile superare i confini nazionali come mai si era potuto fare in precedenza: ogni lettore nel mondo è a portata dello stesso clic.

Grazie alla vostra particolare natura avete la possibilità di valutare a360° le differenze fra i mercati. A vostro avviso come si sta muovendo quello italiano nei confronti del digitale? L’Italia in quale misura è più indietro – se lo è – rispetto al resto d’Europa nell’acquisto di e-book?

Più che rispetto al resto dell’Europa le differenze si notano rispetto al mercato americano, più maturo e sostanzioso specie in termini di numeri. I lettori sono i primi a cambiare aspettative e rapidamente, rispetto ai nuovi prodotti, si adattano in fretta ai cambiamenti. L’editoria, in quanto sistema complesso, è meno elastica.

Da cosa deriva la scelta di pubblicare solo ed esclusivamente in digitale?

Dall’idea fondamentale di sperimentare sul serio le prospettive aperte dal digitale, per imparare a fare gli editori in modo del tutto nuovo. Dover sostenere anche la produzione tradizionale non ci avrebbe permesso lo stesso livello di innovazione.

Quali sono a vostro avviso i punti forti del digitale quali i punti deboli?

Allo stato attuale la difficoltà maggiore è raggiungere margini soddisfacenti: i prezzi sono molto più bassi rispetto al cartaceo e anche avvicinando allo zero i costi di produzione quelli dell’editoria di qualità non cambiano (traduzioni, revisioni, etc.).

E del cartaceo?

I limiti del cartaceo stanno nella fisicità del prodotto: produrlo e distribuirlo è costoso, il vincolo d’accesso al mercato del libro fisico di fronte alla possibilità del digitale di mettere immediatamente in relazione autore e lettore con uno sforzo economico molto piccolo sembra sempre più ingiustificato.

Cosa ne pensate della diatriba fra sostenitori e detrattori degli e-book? Il digitale sostituirà mai il cartaceo?

Le diatribe in genere non ci appassionano. Molta parte della produzione di carta, probabilmente, avrà un futuro solo digitale. I due formati convivranno mettendo in valore le caratteristiche specifiche di ciascuno: begli oggetti stampati, libri comodi e funzionali in digitale.

Qual è a vostro avviso la naturale evoluzione del e-book? Quali nuovi contenuti ci regalerà in futuro? Quali le nuove frontiere?

A parte le evoluzioni tecnologiche dobbiamo aspettarci molti cambiamenti in termini di mentalità. Gli editori devono imparare a essere sufficientemente agili da rispondere in modo tempestivo alle aspettative dei lettori, che come dicevamo abbracciano l’innovazione in tempi molto più rapidi dell’industria. Molto dipenderà dai tempi e i modi in cui si costruirà un mercato interessante in termini numerici, in grado di garantire maggiore attenzione e investimenti da parte dei vari attori del mercato.

In questi tempi si sta facendo sempre più calda la discussione in merito al prezzo degli e-book, senza scendere nei dettagli, qual è a vostro avviso il prezzo giusto per un e-book?

L’aspetto più interessante in tema di prezzi è poter sperimentare con il concetto di dinamicità: costruire un prezzo che risponda alle dinamiche di domanda che il mercato stesso stabilisce. Il prezzo giusto non è quello basso perché soddisfa in modo ovvio il consumatore (perché il lettore è un personaggio diverso): è stabilito in base alla percezione di valore che attribuiamo al bene che stiamo acquistando. E il lettore, a differenza del consumatore, ha probabilmente una percezione diversa del valore di un ebook.

Il passaggio dal cartaceo al digitale ha sicuramente reso più semplice la pirateria, credete che il DRM possa essere il modo più efficace per combatterla?

Non lo crediamo affatto, e di conseguenza non utilizziamo protezioni per i nostri ebook. La tecnologia è fatta per copiare dati in modo semplice e veloce e trasferirli con la stessa praticità. Pensare che ci sia un modo per vincolarne l’essenza per rispondere a esigenze costruite su un mondo fisico che seguiva regole diverse è come minimo una posizione ingenua.

Ok ora basta con le domande «scomode» e passiamo a qualcosa di più rilassante. Torniamo a voi, avete fatto di short is more il vostro motto, perché?

Perché nell’ideare 40k ci siamo concentrati sull’esperienza di lettura digitale, che deve molto alle consuetudini del Web: per questo letture brevi, adatte a essere consumate nel tempo parcellizzato che viviamo nella nostra quotidianità. Storie da leggere in un paio d’ore, saggi che abbiano un concetto forte e apprezzabile in breve tempo.

Al recente Salone del Libro di Torino avete lanciato la nuova serie di e-book in collaborazione con La Stampa. Ovviamente vi facciamo le nostre congratulazioni, essendo Fantasy on Air sabauda, questo nuovo sodalizio non può che riempirci d’orgoglio. Per ora i libri in coedizione sono quattro e tutti di impianto giornalistico d’inchiesta, a cosa è dovuta questa decisione?

Al fatto che la sinergia tra editoria digitale e giornalismo può dare risultati davvero interessanti: articoli di ampio respiro, giornalismo d’inchiesta, approfondimenti, possono avvantaggiarsi della tempestività dell’editoria digitale e trovare uno spazio che su quotidiani online e stampati non esiste quasi più.

Fra i titoli in coedizione c’è Juve Campione!, è in previsione un libro sul Toro? Dovete sapere che la redazione di Fantasy on Air è granata, riflettete quindi  molto bene sulla risposta che state per dare…

Ci avvaliamo immediatamente della facoltà di non rispondere!

Su quali basi scegliete i testi da pubblicare e su quali quelli da tradurre?

Sulla base dei migliori criteri editoriali tradizionali: buon autore, buon testo, rispondenza alla nostra linea editoriale, e – per quanto riguarda i diversi mercati – anche in base alla sensibilità dei diversi lettori.

E dopo avervi fatto il terzo grado vi rassicuriamo confermandovi che siamo quasi in dirittura d’arrivo, solo più pochissime domande. Come cambia, se cambia, il lavoro dell’editor in una casa editrice digitale? Quali competenze in più deve avere?

L’editor deve abituare a lavorare il libro come un progetto. Anzi che articolato in fasi consecutive deve immaginarlo in concerto tra tutte le parti che lo compongono e interessarsi molto di più di ciascuna: non solo il lavoro con l’autore e sul testo, quindi, ma anche sulla realizzazione digitale del prodotto e sulla comunicazione intorno al titolo prima e dopo la pubblicazione.

Ultima domanda e poi vi libererete di noi (potete iniziare a stappare lo spumante). Verso cosa si sta muovendo 40k? Quali progetti ha per il futuro?

Abbiamo lanciato all’inizio di luglio il progetto 40k Unofficial, una nostra interpretazione di un mix tra editoria tradizionale e self publishing. Il nostro lavoro editoriale è concentrato nella selezione degli autori: a loro disposizione metteremo una piattaforma di servizi in grado di renderli indipendenti nella pubblicazione dei loro libri. Digitali, naturalmente!

Ora la tortura è ufficialmente finita. Non ci resta che complimentarci con voi per il lavoro che state facendo e ringraziarvi per la vostra disponibilità. Siete grandi ragazzi, andate avanti così.

Laura, Clo, Muscy e Fab vi salutano e vi lasciano tornare al vostro lavoro.

Ascolta R.I.D.

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